Ci occupiamo di comunicazione della scienza” è la frase che ripetiamo come se fosse un mantra sui nostri siti web, sui profili social e ogni volta che qualcuno ci chiede che lavoro facciamo. Ma il mantra non basta per veicolare una risposta soddisfacente. Per cui, quasi sempre, ci ritroviamo più o meno goffamente ad aggiungere parole, argomentazioni sofisticate ed esempi pratici (“hai presente Piero Angela?”) per spiegare che cosa significa davvero fare il comunicatore della scienza. Ma non ci riusciamo quasi mai.
Perché? Forse il motivo risiede nel fatto che nemmeno noi abbiamo ancora capito con precisione che cosa vuol dire fare questo mestiere. Forse perché è un mestiere fatto di tanti mestieri diversi. E forse alcuni di noi fanno anche fatica a considerarlo un mestiere, cioè un’attività per la quale esiste un riconoscimento sociale e si riceve un compenso economico.
Questo senso di sottile frustrazione non colpisce solo noi FRAME, ma è condiviso. Lo abbiamo capito in tanti anni di attività, nelle chiacchiere con gli altri comunicatori dal vivo in giro per festival e nei tanti confronti sui social. E lo abbiamo capito in modo inequivocabile durante Folle di scienza, che dal 2017 organizziamo ogni anno a Strambino, un piccolo paese tra Torino e Ivrea. Questo evento è un’occasione di incontro, confronto e riflessione per molte di quelle persone che, per l’appunto, si definiscono “comunicatori della scienza”.
Possiamo dire di aver capito di essere un gruppo eterogeneo di professionisti e appassionati con inevitabili differenze di età e di carriera professionale alle spalle, ma anche con diversità di approcci, obiettivi perseguiti e mezzi utilizzati.
Abbiamo però anche molte cose in comune. Di sicuro, l’attenzione e la passione nei confronti della scienza e la voglia (o necessità) di comunicarla ad altri. Ma anche, probabilmente, un metodo di lavoro che abbiamo preso a prestito da quello scientifico. Nel corso della prima edizione di Folle di scienza abbiamo lavorato per mettere a fuoco quali dovrebbero essere gli “ingredienti” di una buona comunicazione della scienza. Quello che è stato ritenuto più importante è la capacità di considerare e raccontare la complessità e l’incertezza che sono inevitabilmente parti integranti della scienza. Ma riuscire a procurarsi questo ingrediente non è banale. Siamo giunti alla conclusione che c’è tanto lavoro da fare per acquisire una maggiore consapevolezza sugli strumenti che abbiamo (potenzialmente?) a disposizione, sulle ragioni che ci spingono a utilizzarli e sulle molteplici conseguenze che le nostre attività provocano a livello sociale.
Tali esigenze, emerse in modo condiviso a Strambino, insieme con il desiderio di superare quel senso di frustrazione di cui si parlava prima, sono alla base del progetto PICS. Sentivamo, infatti, la necessità di approfondire certe questioni, di farlo in modo interdisciplinare interagendo con persone con competenze molto diverse tra loro e di condividere tutto ciò che sarebbe emerso con la comunità dei comunicatori scientifici o con chiunque possa essere interessato a vario titolo. Questa necessità ha trovato riscontro nella disponibilità e nell’interesse da parte della Fondazione Compagnia di San Paolo nel quadro delle sue azioni sul rapporto tra Scienza e Società.
PICS è l’acronimo di Picturing the Communication of Science. È un gruppo di lavoro, si può definire un think tank, i cui risultati ci piacerebbe che contribuissero ad ampliare il dibattito sulla comunicazione della scienza in Italia e non solo. A noi ha permesso di scattare una fotografia della comunicazione della scienza e di alzare l’asticella sulla qualità del nostro mestiere.
Non siamo i primi e nemmeno gli unici a portare avanti un’attività spinta da queste motivazioni e basata su un approccio interdisciplinare. I nostri risultati sono da considerarsi il frutto di una specifica esperienza. Non hanno, pertanto, la pretesa di essere generalizzabili e applicabili in ogni contesto. Ma potrebbero tornare utili anche ad altri e quindi abbiamo deciso di condividerli.
FRAME – Divagazioni Scientifiche
La Fondazione Compagnia di San Paolo è una fondazione di origine bancaria istituita per legge nel 1990 (Legge Amato/Carli), a seguito del passaggio alla natura giuridica di società per azioni dell’Istituto Bancario San Paolo di Torino. La tradizione della Fondazione ha radici ben più antiche, risalenti al 1563 alla creazione della prima confraternita.
La Fondazione persegue finalità di utilità sociale, allo scopo di favorire lo sviluppo culturale, civile ed economico, con i redditi del proprio patrimonio nell’ambito delle grandi aree tematiche in cui è articolata la propria attività istituzionale, quali arte, beni e attività culturali, ricerca e sanità, politiche sociali, innovazione culturale, filantropia e territorio.
L’azione della Fondazione Compagnia di San Paolo si svolge attraverso erogazioni e progetti gestiti direttamente dalla propria struttura e tramite i propri Enti strumentali: la Fondazione per la Scuola, l’Ufficio Pio, la Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura, il Collegio Carlo Alberto, l’Istituto Superiore sui Sistemi Territoriali per l’Innovazione, la Fondazione Links e l’Italian Institute for Genomic Medicine.
La Fondazione opera con una gamma di strumenti ampia e calibrata rispetto agli obiettivi. Primariamente la propria attività erogativa istituzionale, che si articola a sua volta in molti e diversi mezzi e canali: dai progetti operativi e dalle strategie portate avanti dagli enti strumentali, ai bandi, ai progetti propri, al grant-making, anche di carattere pluriennale e integrato organicamente in logiche convenzionali. Parallelamente, gli investimenti patrimoniali, destinati in primo luogo a sostenere con i loro frutti l’attività istituzionale erogativa, ma anche orientata a finalità mission related. In modo crescente, la Fondazione Compagnia di San Paolo propone ai suoi enti partner anche un sostegno in termini di crescita del loro potenziale di sviluppo: tramite opportunità di formazione, capacity building verso una miglior organizzazione e gestione, controllo di fattori sempre più determinanti come la generazione di dati e la loro valorizzazione, expertise nel campo delle forme della finanza d’impatto, comunicazione strategica e fund-raising.
Il filone tematico collegato al rapporto fra Scienza e Società e l’impegno della Fondazione hanno avuto delle implementazioni negli ultimi cinque anni. Dal 2015 l’ambito tematico è stato inserito nell’area dedicata all’Innovazione Culturale si è inteso ampliare il suo campo di azione affiancandolo alla divulgazione culturale in senso più ampio, favorendo nel contempo interazioni con gli altri campi di azione che si rivolgono ai linguaggi di espressione artistica e culturale contemporanee, all’attenzione ai pubblici e il loro coinvolgimento nei processi culturali, al focus sulle professioni culturali e all’apporto del digitale e delle nuove tecnologie in ambito culturale.
Gli ambiti affrontati nell’impegno della Fondazione su Scienza e Società, infatti si inseriscono in modo trasversale e interdisciplinare sulle altre tematiche su cui si impegna la Compagnia nell’Area Innovazione culturale: da un lato si intende inserire le iniziative di divulgazione scientifica nel panorama culturale come elemento costitutivo del bagaglio abilitante a una cittadinanza consapevole (scientific citizenship). In parallelo si aprono collegamenti tra gli approcci e le metodologie di Audience Engagement ormai diffusi nel comparto culturale e le azioni di Public Engagement e Citizen Science, quel complesso di attività collegate alla ricerca scientifica a cui partecipano i cittadini a diversi livelli: dalla informazione e al coinvolgimento su specifiche fasi del processo di ricerca. L’attenzione resta aperta anche ad iniziative sempre più diffuse che accostano la creatività alla tecnologia e alla scienza (Art&Science). Infine, un focus particolare si intende anche rivolgere alle professioni culturali in cui si ascrivono anche le professionalità collegate alla comunicazione e alla divulgazione della scienza.
Tra i maggiori interventi su cui la Compagnia si è concentrata si citano il Festival della Scienza di Genova e negli ultimi cinque anni il contributo alla costituzione del Sistema Scienza Piemonte, un partenariato che riunisce i principali Enti torinesi che si occupano di diffusione della cultura scientifica. Obiettivo principale del Sistema Scienza Piemonte è il coordinamento e l’armonizzazione delle attività di divulgazione scientifica presenti sul territorio torinese e piemontese al fine di proporre, all’interno della vita sociale e culturale del territorio, un insieme organizzato di iniziative di diffusione del sapere scientifico e tecnologico.
In parallelo, la Fondazione ha avviato azioni per intercettare nuovi soggetti e sviluppare format innovativi dedicati al rapporto scienza e società. Ciò alla luce delle riflessioni europee sul tema (open science) e delle priorità emergenti dal dibattito pubblico attuale, in termini di divulgazione del sapere scientifico e di partecipazione di genere ai percorsi formativi e alle professioni scientifiche.
Ed è in questo contesto che sono stati avviati i rapporti con l’Associazione FRAME – Divagazioni scientifiche su alcuni progetti dedicati agli strumenti della comunicazione della scienza e sugli aspetti collegati alle professionalità coinvolte in questo ambito.
Partendo nel 2017 dall’esperienza di Folle di Scienza – Strambinaria, tre giorni di incontro e confronto tra comunicatori della scienza, l’evento si è consolidato nel corso della seconda edizione e ha fatto emergere la necessità a livello nazionale della creazione di una community dei professionisti della comunicazione della scienza.
È maturata, inoltre, da parte di FRAME – in accordo con la Fondazione Compagnia di San Paolo – la convinzione di dare continuità alle riflessioni e gli stimoli sollevati in occasione di Folle di Scienza, creando uno spazio di approfondimento e studio, con periodici occasioni di incontro e confronto fra diverse figure professionali: giornalisti, ricercatori e docenti universitari sia di ambiti scientifici, sia umanistici, imprenditori e progettisti culturali, comunicatori della scienza.
La Compagnia ha seguito le attività del think tank fin dal suo disegno iniziale, favorendo il carattere trasversale delle competenze da coinvolgere. Attraverso la partecipazione attiva di proprie risorse, la fondazione ha portato avanti gli obiettivi di ampliare il proprio approccio di intervento nei confronti della divulgazione scientifica, di qualificare maggiormente le caratteristiche del filone Scienza e Società e di accreditare la Compagnia quale soggetto incisivo su questi temi a livello nazionale e internazionale.
Il contributo della Fondazione sul progetto PICS non si esprime in un contributo scientifico in senso stretto sui temi affrontati, ma si qualifica con un impegno che mira alle visioni di scenario e di relazione, all’individuazione di possibili connessioni con altri progetti e soggetti attivi su queste tematiche a livello nazionale e internazionale e contribuire allo sviluppo e al consolidamento delle attività del think tank.
Paola Sabbione
30 Novembre 2020